Sembra
impossibile ma…
Ci
sono paesaggi bizzarri e sconosciuti, che sembrano usciti dalla
fantasia, e riescono a stupire chi pensa di conoscere come le proprie
tasche le meraviglie del pianeta. Ad esempio, se capitate dalle parti
di Medellin, in Colombia, e vi sembra di vedere un enorme roccia che
spunta dal niente con una specie di cerniera a zigzag che la “cuce”
verticalmente per tutta la sua altezza, non pensate a una visione
causata dalle sostanze coltivate da queste parti: siete arrivati alla
Piedra del Peñol.
Il
gigantesco monolite che sbuca per incanto nel bel mezzo di un
paesaggio pianeggiante, è oggi un’attrazione turistica tanto
suggestiva quanto ancora poco conosciuta. Alta poco più di 200 metri
(ma qui siamo a quota 2.000, quindi in totale vi porta a 2.135) è
composto da 66 milioni di tonnellate di roccia, e la cima
tondeggiante è raggiungibile salendo i 659 gradini di una
vertiginosa scala in legno e cemento. Sì, è quella la zip che
sembra cucire i due lati della Piedra, costruita poco più di 10 anni
fa sfruttando una crepa naturale della roccia, con un percorso a zig
zag che sembra progettato da Escher.
Anticamente
El Peñol era un elemento di culto per gli abitanti del luogo. Solo
nel 1954 tre scalatori colombiani riuscirono a raggiungere la cima
usando bastoni incorporati nelle fessure della roccia. La scalata
durò 5 giorni e al termine i tre sventolarono dalla vetta una
camicia bianca per segnalare la riuscita dell’impresa. Sulla cima
della roccia, fra l’altro, vennero trovate specie di piante allora
sconosciute. Oggi, i visitatori al termine della scala trovano una
torretta panoramica a tre piani che offre una vista mozzafiato sui
laghi e le isole verdi, fino alla grande diga che sorge nelle
vicinanze.
La
Piedra sorge al confine fra le cittadine di Guatapé e di Peñol.
Questo ha fatto si che gli abitanti dei due borghi si sentissero i
proprietari. Qualche anno fa i residenti di Guatapé decisero di
pitturare il nome della città con gigantesche lettere bianche su una
faccia della Piedra. Riuscirono però a completare solo la “G” e
la “U”, poi quelli di El Peñol insorsero e fermarono i lavori.
Rimasero le due lettere, ancora ben visibili sulla parete rocciosa.
Prima di chiudere, date un’occhiata “a volo di drone”.
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