Sembra
impossibile ma…
C’è
un’immagine che gira sul web che sembra uscita dalla dimensione dei
sogni: un pianoforte a coda, un pianista di nero vestito (abiti un
po’ pesantini a dire il vero, non esattamente in frac), e intorno
un gelido panorama fatto di ghiaccio, iceberg, montagne innevate. Ne
avrete già sentito parlare, ma “Elegy for the arctic”,
l’esibizione “impossibile” di Ludovico Einaudi merita di essere
ricordata in questa sede.
Il
pianista torinese, al di là dei gusti musicali e dei giudizi
artistici, ottiene dalla sua performance un risultato suggestivo e
surreale. E attira l’attenzione su un ecosistema come quello
dell’Artico, considerato ad alto rischio a causa del riscaldamento
globale. L’esibizione si è svolta qualche mese fa alle Isole
Svalbard, le terre abitate più settentrionali del mondo, a poche
centinaia di chilometri dal Polo Nord.
E’
il giugno del 2016 quando Einaudi raggiunge le isole norvegesi a
bordo della nave “Arctic Sunrise” di Greenpeace. Al centro di una
vasta laguna ai piedi del maestoso ghiacciaio Wahlenbergbreen, si
sistema su una piccola piattaforma che era stata allestita nell’acqua
gelida in mezzo ai grandi blocchi di ghiaccio galleggianti. A poche
decine di metri di distanza la troupe, dal ponte della nave, effettua
le riprese: un concerto breve, anche perché il freddo intensissimo
rende particolarmente difficile suonare. Il musicista conclude con un
appello per la salvaguardia dell’Artico, che «Non è un deserto –
dice - ma un luogo pieno di vita. Ho potuto vedere con i miei occhi
la purezza e la fragilità di quest’area meravigliosa. Dobbiamo
comprendere l’importanza dell’Artico per proteggerlo prima che
sia troppo tardi». Ed ecco, nel video, l’esecuzione polare di
“Elegy for the arctic”.
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