domenica 7 giugno 2020

542 - L'ULTIMO BALLO DI MAUD




 
Sembra impossibile ma…
Questa è una storia vera. La storia di come una grande artista smise di danzare. Maud Allan nasce nel 1873 a Toronto in Canada. Giovanissima, si trasferisce a San Francisco, poi a Berlino per studiare pianoforte alla Hochschule für Musik. Tre anni dopo il fratello Theodore, a cui è molto legata, è accusato a San Francisco di aver ucciso due donne, processato e impiccato. Per lei è un trauma: cambia cognome (il suo era Durrant), lascia il pianoforte e si dedica alla danza. E diventa tanto famosa da essere paragonata al mito Isadora Duncan. Nel 1908 debutta a Londra con la più celebre delle sue creazioni, “Vision of Salomè”, ispirato all’opera di Oscar Wilde. Nella danza dei sette veli esprime tutto il suo fascino e la sua spregiudicatezza: in tournée nei cinque continenti, il pubblico fa la fila per applaudirla. Nel 1918 torna in scena a Londra.

Noel Pemberton Billing è un politicante ultranazionalista e antisemita, dirige il settimanale “The Imperialist” dalle cui colonne sposa le teorie di un ex militare (espulso dall’esercito per paranoia delirante): la sua tesi è che l’Inghilterra sta perdendo la guerra con la Germania a causa di un complotto ordito dagli ebrei. Una società segreta filotedesca, la “Mano invisibile”, diffonderebbe “mali che si pensavano morti a Sodoma e a Lesbo” e soprattutto ricatterebbe 47.000 personaggi di spicco inglesi implicati in reati di tipo sessuale (l’omosessualità in Inghilterra sarà punita fino al 1965). L’articolo si chiude accusando “certe ballerine pervertite” di carpire informazioni nei segreti dell’alcova e girarle al nemico. Il riferimento a Maud Allan, che secondo alcune voci avrebbe una relazione con la moglie dell’ex primo ministro, è trasparente.

Lei non ci sta, fa causa a Billing per diffamazione e oscenità. Il 29 maggio 1918 inizia il processo, seguito da tutta la nazione. Che diventa un processo a Maud. Sfilano testimoni anche illustri (anni dopo ammetteranno di esser stati pagati da Billing per accusarla). Di oscenità si parla sì, ma per la sua Salomè, e lei è accusata di praticare gli atti sessuali descritti (o impliciti) nel testo; viene rispolverato il crimine del fratello insinuando l’esistenza di un germe di follia sessuale nella famiglia. Insomma, Billing è assolto con formula piena. Lascia l’aula fra gli applausi dei presenti, e la grande folla in attesa fuori dal tribunale lo acclama.

Maud ne esce a pezzi: non si esibirà mai più in pubblico, a parte una volta, molti anni dopo, a Los Angeles. Dove vivrà con la sua segretaria e amante, Verna Aldrich, insegnando danza, fino alla morte nel 1956 all'età di 83 anni. Su Maud Allan sono stati scritti libri, una fiction e un’opera teatrale. Ma la sua resta una storia amara, senza lieto fine. Nel frattempo il mondo è cambiato, oggi le cose andrebbero in modo diverso. O almeno, così ci piace pensare.





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