Sembra
impossibile ma...
E'
stato scoperto un piano per liberare Napoleone dall'esilio di
Sant'Elena con un blitz a bordo di un sottomarino a vapore.
Lo
storico argentino Emilio Ocampo, dopo aver ritrovato una serie di
testi che provano con certezza l'esistenza del piano e forniscono
anche i dettagli, ha pubblicato di recente le conclusioni sulla
prestigiosa rivista “Napolenica” edita dalla Fondation Napoleon.
Anno 1801, l'inventore americano Robert Fulton presenta all'allora
Primo Console Bonaparte il progetto di un sottomarino per invadere
l’Inghilterra; il Nautilus (il nome sarà poi ripreso da Giulio
Verne) funziona con un propulsore a quattro pale fatte girare a mano;
il prototipo naviga anche per un tratto sotto la Senna, osservato dal
futuro imperatore. L'accordo di pace del 1802 stoppa il progetto, ma
Napoleone se ne ricorderà più avanti. E Fulton nel frattempo vi
applicherà la sua più grande invenzione, la propulsione a vapore.
Anno
1815, dopo Waterloo l'”Aiglon” viene esiliato a Sant'Elena, in
capo al mondo; la fuga dall'Isola d'Elba è servita da lezione, gli
inglesi non lo perderanno d'occhio un istante fino al 5 maggio del
1821, il giorno della sua morte. I complotti per farlo evadere, fra
storia e leggenda, non mancano, e diversi suoi fedelissimi vengono
espulsi dall'isola per questo motivo. Il capitano Thomas Johnstone,
inventore e avventuriero irlandese, di certo conosce e collabora con
Fulton, e nel 1814 realizza un sottomarino a vapore per gli inglesi,
mai utilizzato. A Buenos Aires viene contattato da un gruppo di
bonapartisti guidati dal generale Brayer. L'impresa che gli
propongono è più che temeraria, ma le 20.000 sterline inviate dalla
residenza romana di Letizia Bonaparte, madre dell'imperatore,
convincono Johnstone. Che costruisce due sottomarini: l'Aquila, lungo
13 metri, largo 4 e pesante 23 tonnellate, armato con 20 torpedini, e
l'Etna come mezzo di appoggio.
Il piano prevede la complicità sull'isola del medico Barry O'Meara, irlandese anche lui, che organizza la fuga. I sommergibili devono raggiungere (non è chiaro come) Sant'Elena, poi di notte devono fare l'ultimo tratto sott'acqua; Napoleone, travestito da servitore, sarà quindi calato con corde dalla scogliera, per imbarcarsi e far rotta verso gli Stati Uniti, dove l'attende il fratello Giuseppe. Ma Hudson Lowe, comandante della guarnigione di Sant’Elena, annusa il pericolo, informa Londra che la corte di Napoleone sta tramando qualcosa, espelle O’Meara dall’isola e rinforza la sorveglianza intorno al prigioniero. Non si sa se il blitz salta o è solo rimandato: pochi mesi dopo Napoleone muore. Il che non risolve ogni mistero, anzi...
Il piano prevede la complicità sull'isola del medico Barry O'Meara, irlandese anche lui, che organizza la fuga. I sommergibili devono raggiungere (non è chiaro come) Sant'Elena, poi di notte devono fare l'ultimo tratto sott'acqua; Napoleone, travestito da servitore, sarà quindi calato con corde dalla scogliera, per imbarcarsi e far rotta verso gli Stati Uniti, dove l'attende il fratello Giuseppe. Ma Hudson Lowe, comandante della guarnigione di Sant’Elena, annusa il pericolo, informa Londra che la corte di Napoleone sta tramando qualcosa, espelle O’Meara dall’isola e rinforza la sorveglianza intorno al prigioniero. Non si sa se il blitz salta o è solo rimandato: pochi mesi dopo Napoleone muore. Il che non risolve ogni mistero, anzi...
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