venerdì 19 giugno 2020

633 - UN SOTTOMARINO PER NAPOLEONE




Sembra impossibile ma...
E' stato scoperto un piano per liberare Napoleone dall'esilio di Sant'Elena con un blitz a bordo di un sottomarino a vapore.

Lo storico argentino Emilio Ocampo, dopo aver ritrovato una serie di testi che provano con certezza l'esistenza del piano e forniscono anche i dettagli, ha pubblicato di recente le conclusioni sulla prestigiosa rivista “Napolenica” edita dalla Fondation Napoleon. Anno 1801, l'inventore americano Robert Fulton presenta all'allora Primo Console Bonaparte il progetto di un sottomarino per invadere l’Inghilterra; il Nautilus (il nome sarà poi ripreso da Giulio Verne) funziona con un propulsore a quattro pale fatte girare a mano; il prototipo naviga anche per un tratto sotto la Senna, osservato dal futuro imperatore. L'accordo di pace del 1802 stoppa il progetto, ma Napoleone se ne ricorderà più avanti. E Fulton nel frattempo vi applicherà la sua più grande invenzione, la propulsione a vapore.

Anno 1815, dopo Waterloo l'”Aiglon” viene esiliato a Sant'Elena, in capo al mondo; la fuga dall'Isola d'Elba è servita da lezione, gli inglesi non lo perderanno d'occhio un istante fino al 5 maggio del 1821, il giorno della sua morte. I complotti per farlo evadere, fra storia e leggenda, non mancano, e diversi suoi fedelissimi vengono espulsi dall'isola per questo motivo. Il capitano Thomas Johnstone, inventore e avventuriero irlandese, di certo conosce e collabora con Fulton, e nel 1814 realizza un sottomarino a vapore per gli inglesi, mai utilizzato. A Buenos Aires viene contattato da un gruppo di bonapartisti guidati dal generale Brayer. L'impresa che gli propongono è più che temeraria, ma le 20.000 sterline inviate dalla residenza romana di Letizia Bonaparte, madre dell'imperatore, convincono Johnstone. Che costruisce due sottomarini: l'Aquila, lungo 13 metri, largo 4 e pesante 23 tonnellate, armato con 20 torpedini, e l'Etna come mezzo di appoggio. 

Il piano prevede la complicità sull'isola del medico Barry O'Meara, irlandese anche lui, che organizza la fuga. I sommergibili devono raggiungere (non è chiaro come) Sant'Elena, poi di notte devono fare l'ultimo tratto sott'acqua; Napoleone, travestito da servitore, sarà quindi calato con corde dalla scogliera, per imbarcarsi e far rotta verso gli Stati Uniti, dove l'attende il fratello Giuseppe. Ma Hudson Lowe, comandante della guarnigione di Sant’Elena, annusa il pericolo, informa Londra che la corte di Napoleone sta tramando qualcosa, espelle O’Meara dall’isola e rinforza la sorveglianza intorno al prigioniero. Non si sa se il blitz salta o è solo rimandato: pochi mesi dopo Napoleone muore. Il che non risolve ogni mistero, anzi...
 
 

 
 
 

 
 
 


Nessun commento:

Posta un commento

812 - L'AQUILA E IL LEONE

  “ Fatti non foste a viver come bruti”: Dante spinge Ulisse oltre le Colonne d'Ercole, ed è subito mistero, ignoto, poesia....