Sembra
impossibile ma...
Il
parco nazionale di Gunung Mulu nel Borneo oltre ad essere
classificato tra i luoghi più spettacolari del pianeta dal World
Heritage Area, è considerato dagli studiosi una sorta di Jurassic
Park che conserva un ecosistema ricchissimo, superiore a quello
dell’intero continente africano. E ancora in gran parte
sconosciuto.
Siamo
nel Sarawak, a un centinaio di chilometri dal porto di Miri. Il
parco, patrimonio Unesco dell'umanità, è coperto da una foresta
equatoriale montagnosa, e racchiude un immenso labirinto di caverne,
il più suggestivo della Terra. Fra queste c'è il più grande spazio
chiuso naturale del pianeta, la Sarawak Chamber, 700 metri per 396
per 115 di altezza: può contenere la basilica di San Pietro, o una
quarantina di Boeing 747. Le gallerie sotterranee si estendono per
260 chilometri. In superficie invece la selvaggia vegetazione
tropicale di montagna domina il paesaggio, percorso da torrenti di
acqua limpida. Nel parco sono state censite 3500 specie di piante
(1500 da fiore) comprese 170 diverse orchidee; 8000 tipi di fungo e
20.000 specie animali (perlopiù insetti), di cui 67 di mammiferi,
262 di uccelli, 47 di pesci e 281 di farfalle.
Il
parco è aperto dal 1985, e ci si arriva da Miri in mezzora con
piccoli aerei, o in una giornata in barca. Fra le caverne visitabili, ci
sono la Deer Cave, con migliaia di impronte di zoccolo di cervo
fossilizzate, il meraviglioso e lussureggiante Garden of Eden, la Bat
Cave dove vivono 5 milioni di pipistrelli che al crepuscolo escono
volteggiando in spettacolari scie alla ricerca di cibo e ricoprono di
guano (5 tonnellate al giorno) l'enorme tunnel di accesso. Dalla
selva di stalagmiti della Lang’s Cave si passa in barca sulle acque
limpide della Clearwater Cave; ci sono percorsi per tutti, dai più
semplici ai più avventurosi, prima di tornare all'aria aperta per
scoprire la Rainforest Canopy Walkway, lunga passerella in legno e
corda che permette di passeggiare sulla foresta sospesi a 35 metri
d’altezza, o i Pinnacles, un centinaio di guglie di calcare
affilate come lame e alte oltre 40 metri.
Graffiti e cimiteri sotterranei, scoperti di recente e ancora in attesa di datazione, testimoniano la presenza umana, mentre intrappolata nelle stalagmiti è stata trovata acqua piovana risalente a 60 mila anni fa e batteri antichissimi ancora vivi che risalgono al giurassico. Come i depositi calcarei, che sono un archivio della storia del pianeta, le cui tracce chimiche danno informazioni accurate sul clima di 300.000 anni fa, e quelle di polline mostrano quali piante crescevano qui.
Graffiti e cimiteri sotterranei, scoperti di recente e ancora in attesa di datazione, testimoniano la presenza umana, mentre intrappolata nelle stalagmiti è stata trovata acqua piovana risalente a 60 mila anni fa e batteri antichissimi ancora vivi che risalgono al giurassico. Come i depositi calcarei, che sono un archivio della storia del pianeta, le cui tracce chimiche danno informazioni accurate sul clima di 300.000 anni fa, e quelle di polline mostrano quali piante crescevano qui.
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