domenica 9 agosto 2020

716 - IL LEONE DI MONTAGNA

 

Sembra impossibile ma...

In mezzo a un verde pianoro dello Sri Lanka si eleva un'incredibile torre di pietra alta 600 metri sulla cui cima piatta si riconoscono i resti di una possente fortezza: il “Leone di montagna”. L'amico Steve Drury mi segnala questa ottava meraviglia del mondo.

La roccia, visibile da chilometri di distanza, è costituita dai resti magmatici di un vulcano eroso; i primi insediamenti risalgono a 10.000 anni fa, e dal terzo secolo a.C. nelle grotte si insediano i monaci buddisti seguaci di Sangha. Per sette secoli lo sperone roccioso è un monastero, poi nel 473 d.C. arriva il re Kashyapa e lo trasforma in un palazzo-fortezza; alla sua morte nel 495 torna all'uso monastico fino al quattordicesimo secolo, dopodiché viene abbandonato. Nel 1907 il primo occidentale a vedere le rovine è l'esploratore britannico John Still. E ne resta affascinato.

Ma perché Kashyapa decise di erigere lì il suo palazzo? Fra storia e leggenda, le cose sono andate così: Kashyapa, figlio del re Dhatusena, non è quel che si dice un bravo ragazzo: giovanissimo, complotta contro il padre e lo uccide murandolo vivo, poi spodesta il legittimo erede, il fratello maggiore Mugallan, e lo costringe a fuggire in India. Ne teme però la vendetta, e allora decide di mettersi al riparo. Quale posto migliore di quell'aspro contrafforte isolato nella pianura? Cacciati i monaci, fa costruire sulla sommità della collina un palazzo da mille e una notte, a cui si accede solo salendo centinaia di gradini e passando dall'unica porta costruita nelle fauci di un gigantesco leone di pietra (di cui oggi restano solo le zampe). Kashyapa ha anche un certo senso del bello, così circonda l'architettura di giardini e fontane, e fa dipingere lungo la salita centinaia di coloratissimi affreschi con figure femminili. Un'intera parete della montagna viene levigata a specchio, la superficie è rivestita con un intonaco speciale a base di calce fine, albume d’uovo, miele, e poi lucidata con cera d’api.

Ma la farina del diavolo finisce in crusca quando 22 anni dopo la fuga, Mugallan torna con un grosso esercito. Che quello di Kashyapa potrebbe anche battere, se non fosse per un equivoco: il re usurpatore sale su un elefante per cercare un punto di vista migliore, le truppe lo vedono andare in direzione contraria alla battaglia, pensano che se la stia filando e, scoraggiate, si danno alla fuga. Segue la morte di Kashyapa, sulla quale esistono una decina di versioni, una più cruenta dell'altra. Mugallan riporta la capitale ad Anurādhapura, e Sigiriya torna ad essere un monastero.

Cosa rimane oggi di tanta grandezza? Nel sito archeologico si visitano i resti di un palazzo secondario con fossati, mura, giardini e cisterne che contengono ancora acqua; passato ciò che rimane della Porta dei leoni, una scala in acciaio conduce sul ripiano più alto dove dalle rovine del palazzo maggiore si gode una splendida vista. Delle centinaia di affreschi che decoravano le stanze e i corridoi del palazzo, e il percorso in salita, ne sono sopravvissuti una ventina. «L'intera facciata della collina sembra una gigantesca galleria di immagini, con oltre 500 donne raffigurate: forse la pittura più grande del mondo» scriveva John Still nel 1907.

Guarda i video per salire in vetta alla Roccia del leone e scoprire la ricostruzione di come era stata progettata la fortezza nell'antichità. 

                           
 

                           
 


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