martedì 11 agosto 2020

718 - LA SEQUESTRATA DI POITIERS

 

Sembra impossibile ma...

Questa è una storia vera. Infinitamente triste ma vera. Ringrazio Gei Gi per la segnalazione, e vi porto in Francia, nella Poitiers del 1901. Al commissariato di polizia arriva un messaggio anonimo: “Ci terrei ad informarvi – vi si legge - di un fatto davvero grave. Sto parlando di una donna rinchiusa nell’appartamento di Madame Monnier, denutrita e costretta a vivere da 25 anni in una putrida latrina”. I Monnier sono gente perbene, una famiglia dell'alta borghesia: Marcel, già sottoprefetto di Puget-Théniers, vive con la moglie e i figli, e con la madre, vedova dello stimatissimo rettore dell'Università. Così la polizia è assai scettica sulla genuinità della denuncia. Finché qualcuno si ricorda che proprio 25 anni prima Blanche, la figlia maggiore dei Monnier, era scomparsa, e di lei non si era più saputo niente. Così, quasi per scrupolo, gli agenti bussano al numero 21 di rue de la Visitation (oggi rue Arthur Ranc), perquisiscono la casa, e quando aprono la posta sprangata di un vano seminascosto nel piano interrato, scoprono l'orrore. 

Nella stanza c'è un odore nauseabondo, immondizia dappertutto; legata con le catene al letto, in mezzo a escrementi, residui di cibo e scarafaggi, c'è una donna nuda in condizioni pietose. Scheletrica (meno di 25 chili di peso, si scoprirà), col corpo piagato e pieno di escoriazioni, confusa e impaurita alla vista dei poliziotti; le finestre sono coperte da pesanti teli, non filtra un raggio di sole.

Blanche Monnier era nata nel 1849, i vicini ricordano una bimba nervosa, poi un'adolescente bellissima ma inquieta. Il rapporto con la madre era molto conflittuale. Crescendo, era diventata una giovane donna piena di fascino, e i pretendenti non le mancavano. Dopo averne rispediti molti al mittente, nel 1876 si innamorò di un avvocato assai più maturo, e piuttosto squattrinato; la loro storia era molto chiacchierata, e la famiglia si oppose al matrimonio. La madre cacciò l'avvocato e proibì a Blanche di rivederlo, ma lei era caparbia e ben decisa a coronare il suo sogno d'amore. I Monnier avevano un'unica preoccupazione: evitare lo scandalo. Così decisero di rinchiudere la ragazza in una stanza nel piano interrato finché non si fosse arresa. Cosa che lei non fece mai. Per coprire la sua sparizione, dissero prima che era in viaggio, poi che era scomparsa senza lasciare traccia. In seguito la piansero come morta. In quella prigione Blanche è entrata a 27 anni. Quando esce ne ha 52.

Torniamo al 1901. Ai poliziotti che chiedono spiegazioni la madre non dice una parola, li fissa immobile senza mostrare emozioni. Arrestata, verrà liberata di lì a poco per problemi al cuore; morirà due settimane dopo. Il fratello se la cava con una condanna a 15 mesi di carcere: per la Corte d'appello di Poitiers è solo “persona informata dei fatti”. Blanche viene curata all’ospedale Hotel-Dieu di Parigi; i medici dicono che “provò un immenso piacere nel poter stare alla luce del sole, nell’essere lavata e nel respirare finalmente aria pulita”. In seguito riacquisterà peso e solo in parte la salute fisica, ma non si riprenderà mai dallo stato di confusione mentale. Ricoverata in un ospedale psichiatrico, morirà nel 1913, a 64 anni, 25 dei quali trascorsi in una stanza buia. Nel 1930 André Gide trasforma la vicenda in un romanzo, “La sequestrata di Poitiers”; nel 1960 è lo scrittore statunitense Henry Farrell ad ispirarvisi per il thriller “Che fine ha fatto Baby Jane?” da cui due anni dopo viene tratto il film omonimo di Robert Aldrich.

Ho scelto una foto che mostra la luminosa bellezza di Blanche. Per vedere come era diventata dopo la prigionia (e molte altre foto dei protagonisti della storia) guardate i video linkati. 

 



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