giovedì 13 agosto 2020

720 - LE UNDICIMILA VERGINI

 

Sembra impossibile ma...

La “Stanza d'oro” nella basilica di Sant'Orsola a Colonia conserva migliaia di ossa umane disposte in modo artistico ed ordinato. Secondo la leggenda sono i resti di 11.000 vergini seguaci della santa. Gli storici hanno appurato una diversa verità. Ringrazio Gei Gi per la segnalazione e vi racconto leggenda e storia.

Siamo nel quinto secolo e Orsola è la bellissima figlia del re di Bretagna Deonoto. Il principe pagano Eterio la chiede in sposa; il suo rifiuto avrebbe scatenato la guerra, così lei, ispirata in sogno da un angelo, accetta, ma detta le sue condizioni: il pretendente si deve convertire al cristianesimo e attendere 3 anni, poi lo sposerà, ma solo dopo un pellegrinaggio a Roma. Non solo: nel viaggio dovrà essere accompagnata da mille giovinette vergini, e da altre mille per ciascuna delle sue 10 ancelle. Totale 11.000 (e spiccioli). Passano 3 anni e Orsola, con la sua insolita armata, si imbarca su una flotta di 11 navi che, sospinta da una tempesta, trova rifugio nel Reno, lo risale, fa tappa a Colonia e arriva a Basilea; lì sbarcano e proseguono a piedi fino a Roma dove le accoglie il fantomatico Papa Ciriaco. Ottenuta la benedizione papale, il corteo prende la via del ritorno, ma a Colonia intanto è arrivata l'orda di Attila. I rudi barbari ringraziano i loro dei di tanta generosità, ma non hanno fatto i conti con Orsola, che esorta le ragazze alla castità. Così le 11.000 vergini restano tali, ma vengono trucidate tutte in un solo giorno. La scampa (ma per poco) solo la futura santa: il re degli Unni si innamora di lei. Rifiutato, la fa uccidere a colpi di freccia. Grazie al suo sacrificio e a quello delle fanciulle però i barbari lasciano la città. Colonia è salva, nasce il culto delle 11.000 vergini, e già nell'ottavo secolo Sant' Orsola è venerata in tutta Europa.

Ed ecco la ricostruzione storica. Dietro la leggenda c'è il ricordo di un mito pagano (la dea Freia che, col nome di Horsel od Ursel, piccolo orso, accoglie nell'aldilà le fanciulle defunte). Anno 1100. L'ager ursulanus, non lontano da Colonia, è un'antica necropoli romana con migliaia di tombe, chiamata così perché per la gente del posto ospiterebbe i resti delle 11.000 vergini. Le autorità ecclesiastiche portano queste ossa nella chiesa cittadina e costruiscono per ospitarle quella che diventerà la “Stanza d’oro”. Anno 1946, fra le macerie della guerra tornano alla luce sotto l’abside della basilica di S. Orsola a Colonia le fondamenta di una chiesa. Qui un'iscrizione del quinto secolo “firmata” Clematius afferma che l’edificio sacro fu da lui eretto sul luogo dove alcune vergini erano state uccise per la loro fede. Ci sono anche i nomi: Marta, Saula, Brittula, Gregoria, Martirio-Saturnina, Simbatia, Pinnosa, Sentia, Palladia, Saturia. E Orsola. Undici ragazze, uccise – si legge - sotto Diocleziano. Storie sovrapposte insomma, e traslate di 150 anni, da Diocleziano ad Attila. E il numero delle vergini? Un errore di trascrizione o di interpretazione dell’epigrafe “Ursula et XI M V”: “Ursula et undecim martires virginum” (o, per altri, undecim miliarium, a 11 miglia da Colonia) diventa “undecim millium virginum”: undicimila vergini.

Così oggi, dopo che la vicenda delle undicimila vergini ha ispirato capolavori d'arte (Hans Memling a Bruges, Vittore Carpaccio a Venezia...) e dal 1535 l'ordine delle Orsoline si dedica alla tutela e all'istruzione delle fanciulle, sant'Orsola è diventata la protettrice degli insegnanti e delle università, e nella basilica di Colonia a lei dedicata si visita la Goldene Kammer, con le pareti rivestite da 15.000 ossa disposte in forma di ornamenti geometrici e floreali, 300 busti reliquiari e una ricca collezione di teschi.

Guarda i video e per vedere le immagini della storia di sant'Orsola e visitare la Goldene Kammer di Colonia.

 



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