Sembra impossibile ma...
Il generale Kharkoff ebbe un ruolo fondamentale nella guerra civile russa; per mesi l'intera Europa parlò delle sue gesta, e ricevette altissime onorificenze. Tutto finché non si scopri che il generale aveva un grosso problema: non esisteva.
Ringrazio l'amico Roberto Mantovani per la segnalazione, e vi porto alla Camera dei Comuni di Londra; aprile 1919, la prima guerra mondiale è finita da poco, il primo ministro David Lloyd George pronuncia con toni appassionati un discorso sull'importanza del sodalizio fra il corpo di spedizione britannico in Russia e l'esercito dei russi bianchi nella guerra contro il nemico comune: i bolscevichi. Il premier sottolinea il ruolo svolto dal generale Denikin, dall'ammiraglio Koltchak e soprattutto dall'eroico generale Kharkoff.
L'Inghilterra, insiste accalorato Lloyd George, non può abbandonare al suo destino personaggi di tale levatura. Il discorso, riportato con toni enfatici dai giornali di tutta Europa, fa di Kharkoff un paladino della libertà del popolo russo. E il generale diviene in breve popolarissimo: la sua storia, si direbbe oggi, diventa virale, e in breve gli vengono dedicati un po' ovunque bar e locali, oltre a una birra, una bevanda a base di caffè, un set di rasoi, bretelle da uomo e un cappello da donna. Per lui viene perfino composta una canzone, e al culmine del successo re Giorgio V decide di insignirlo dell'Ordine di San Michele e San Giorgio “Per i meriti nella lotta contro il bolscevismo, male del mondo”: sì, il generale Kharkoff diventa Sir Kharkoff.
L'onorificenza va consegnata, e il 31 agosto una delegazione britannica arriva in pompa magna al quartier generale delle forze armate della Russia meridionale. A riceverla c'è il generale Anton Denikin; Il traduttore gli spiega lo scopo della missione, e lui fa la faccia a punto interrogativo: e chi cavolo è il generale Kharkoff? Nessuno ne ha mai sentito parlare, semplicemente non esiste. Non è facile spiegarlo agli inglesi, che alla fine si arrendono all'evidenza: con ogni probabilità l'errore è nato dalla traduzione delle corrispondenze di guerra: Kharkoff, che figurava un po' ovunque, è il nome della città ucraina dove si erano svolti gli eventi riportati.
Più improbabile la teoria che si riferisse al leader dei cosacchi del Don, l'Ataman Pyotr Krasnov, che però era alleato dei tedeschi e con gli inglesi non aveva rapporti. Che fare allora? L'onorificenza va consegnata comunque. Così gli inviati di re Giorgio V decidono di decorare un altro militare, il tenente generale Vladimir May-Mayevsky, che forse non è stato un eroe come Kharkoff, ma la sua parte l'ha fatta. E soprattutto, esiste.
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