Se lo ricordano tutti come Scotty, l’ingegnere col berretto rosso e l’accento scozzese che “spreme al massimo i motori” mentre l’Enterprise sfugge all’ennesimo cataclisma galattico. Ma James Doohan è stato molto di più.
Dietro il suo sorriso scanzonato e l’aria da eterno complice delle imprese di Kirk e Spock, il tenente comandante Montgomery “Scotty” Scott, ingegnere capo della USS Enterprise NCC-1701, nascondeva un passato avventuroso.
Nato a Vancouver nel 1920, James cresce tra le ombre dell’alcolismo paterno e il desiderio di riscatto. Sogna la scienza e la tecnica, e già al liceo brilla in matematica, un anticipo del futuro ingegnere spaziale. Ma la vita ha in serbo per lui un banco di prova tremendo: la guerra, con il suo giorno più lungo, il D-Day, lo sbarco in Normandia.
6 giugno 1944, Juno Beach. Doolan sbarca tra fuoco e acciaio, guida i suoi uomini attraverso un campo minato, mette a tacere due cecchini, ma quando cala la notte, viene centrato da fuoco amico: sei proiettili. Quattro lo straziano alla gamba, uno gli fa saltare il dito medio della mano destra, un altro si ferma su un portasigarette d’argento: “Un regalo di mio fratello, mi ha salvato il cuore”, racconterà anni dopo, alzando le sopracciglia come a dire “la vita a volte è un lancio di dadi”.
Dopo un periodo di convalescenza, rientra in servizio come pilota d’osservazione per la Royal Canadian Artillery. Ma se ve lo immaginate pacioso e tranquillo “alla Scotty”, siete in errore: Doohan in Inghilterra, sul suo Auster Mk IV, si diverte a fare lo slalom tra i pali del telegrafo, meritandosi il titolo di “pilota più pazzo della Canadian Air Force” e un severo richiamo da parte dei superiori. A chi gli domanda perché l'ha fatto, risponde: “Per dimostrare che si può fare”.
Poi, la svolta. Un giorno, ascolta un radiodramma e dice: “Posso fare meglio.” Ci riesce, eccome. Dalla radio alla tv, fino a Star Trek: nasce Scotty, che fra serie tv e film manterrà il suo posto sulla plancia dell'Enterprise per 28 anni, dal 1966 al 1994. E non solo: Doohan sarà anche la voce di mille personaggi, l’inventore dei primi dialoghi klingon e vulcaniani, il simbolo per generazioni di giovani ingegneri. Neil Armstrong, mica uno qualunque, gli stringe la mano e gli dice: “Da un ingegnere a un altro, grazie.”
Eppure, l’episodio che più gli riempie l’anima non avviene sul set, ma quando riceve una lettera da una fan disperata, pronta al suicidio. James non esita: la chiama, la invita a una convention di Star Trek tutto spesato, e poi a un’altra e a un’altra ancora. Anni dopo riceverà una lettera: “Grazie, mi sono laureata in ingegneria elettronica.” L'ingegnere dell'Enterprise ha riparato un cuore spezzato. Nessun motore a curvatura, stavolta, solo umanità.
James muore nel 2005, e la finzione diventa realtà. Ma anche questa è un'avventura: per esaudire il suo desiderio che le sue ceneri siano lanciate nello spazio un razzo suborbitale ne porta 7 grammi in volo, ma poi rientra sulla Terra con un paracadute, come previsto. Le ceneri vengono recuperate. Nel 2008 un’altra porzione delle sue ceneri decolla su un razzo SpaceX Falcon 1, ma la missione fallisce e il razzo si perde 2 minuti dopo il lancio.
Sempre nel 2008 Richard Garriott nasconde le ceneri di Doohan sotto il pavimento del modulo Columbus e le porta di nascosto a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) durante la sua missione. L’impresa rimane segreta per anni, fino a essere rivelata da Garriott nel 2020. Infine, il 22 maggio 2012, un’urna con ciò che resta delle sue ceneri vola nello spazio a bordo di un razzo Falcon 9: missione compiuta.
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