Un'immagine scolpita duemila anni fa, così perfetta da sembrare un ologramma. Non è solo un anello. È il ricordo di un figlio inciso nella pietra, un gesto silenzioso che ha attraversato il tempo per arrivare fino a noi.
Sotto una collina ai margini di Grottaferrata, la terra ha restituito nel 2000 un segreto antico. L’Ipogeo delle Ghirlande, una tomba intatta con dentro due sarcofagi di marmo, scolpiti con ghirlande di fiori, rivelano i nomi di una madre e di un figlio: Aebutia Quarta e Tito Carvilio Gemello. Lei, una nobildonna; lui, appena un ragazzo.
Sul sarcofago del giovane è incisa la frase “vixit annis XVIII, mensibus III”, visse diciott’anni e tre mesi. Il suo nome completo — Tito Carvilio Gemello — rispetta l’uso romano di affiancare al prenome il nome del padre. La sua morte, come la sua breve vita, restano un enigma.
Sul corpo di Aebutia sono ancora intatte una parrucca di capelli rossi, sottili reticelle d’oro, fragili tracce di latte di capra usate come unguento. Intorno, corone di rose, viole e gigli ostinate a resistere al tempo.
E poi l'anello: un capolavoro. Oro e cristallo di rocca, un minuscolo prodigio di arte romana. Guardandolo di lato, la luce rivela il volto di Carvilio, inciso con tale maestria da sembrare vivo: un “ologramma” antico, un riflesso di dolore e memoria.
L’effetto è stato analizzato anche gemmologicamente: il cristallo è scolpito in modo lenticolare, e la miniatura — scolpita a bulino — rifrange la luce dando al ritratto una profondità sorprendente. Non si conoscono altri esempi simili. È un pezzo unico, irripetibile.
Tra i due sarcofagi, i resti cremati di un terzo corpo, probabilmente un bambino, aggiungono un ulteriore velo di mistero. Gli studi archeometrici delle ceneri umane rivelano temperature tra i 700 e i 900 gradi e l’uso di contenitori organici, scomparsi col tempo.
La presenza di pratiche “non comuni” (imbalsamazione, ghirlande, unguenti), e l’assenza della tradizionale moneta in bocca per Carontea hanno fatto ipotizzare l’influenza di culti orientali o misterici, come quello di Iside.
Se vuoi vedere l'anello di Carvilio, lo trovi esposto al Museo Archeologico di Palestrina. Clicca sul link per visitare il sito del museo con tutte le informazioni:
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