giovedì 7 agosto 2025

802 - AGLIO, MIELE E COCCODRILLO. LE RICETTE DELL'ANTICO EGITTO

 


Lo hanno trovato tra le gambe di una mummia sepolta nella necropoli di Tebe come se anche nell’aldilà il defunto avesse voluto portarsi dietro una farmacia da campo.

E' un rotolo lungo venti metri scritto in ieratico, il corsivo sacro degli scribi, intorno al 1547 avanti Cristo, nel nono anno di regno di Amenhotep I. E' il papiro Ebers, dal nome dello scrittore ed egittologo tedesco che lo acquistò a Luxor nel 1873 da Edwin Smith, un americano trapiantato in Egitto, appassionato di medicina e misteri. Smith a sua volta l'aveva acquisito dopo che per anni era passato per le mani di mercanti e collezionisti

Una rarità, una vera meraviglia. Ma il vero tesoro è dentro, e se ne accorsero già dopo poche righe i traduttori. Oltre 700 formule: rimedi, pozioni, preghiere, diagnosi e superstizioni. Raccontano di come gli egizi affrontavano 3500 anni fa le malattie e il dolore. Vediamone insieme qualcuna.

Il papiro raccomanda l'uso di grasso di gatto per tenere lontani i topi e di cipolla e schiuma di birra come “delizioso rimedio contro la morte”. Il test di gravidanza si fa con orzo e datteri immersi nell’urina: se germinano, la donna è incinta. E il bello è che sottoposto a verifica pare che il test abbia davvero una certa efficacia, almeno nel 70% dei casi.

Contro l'asma si prescrivono inalazioni di fumi di incenso, mirra ed erbe essiccate macinate e bruciate su carboni. Per il mal di stomaco miele, latte e coriandolo. Contro il mal di denti fichi, incenso e pasta di cipolla da applicare sulle gengive. Per la calvizie un unguento di grasso di leone, ippopotamo, coccodrillo, gatto e serpente. Contro la congiuntivite una crema di latte, miele e polvere di lapislazzuli da applicare direttamente sui bulbi oculari.

Per quanto strane ci possano apparire, a queste prescrizioni, gli egizi ci credevano. E qualche intuizione “scientifica” scorrendo il papiro si trova anche. Si scopre ad esempio che avevano capito che il cuore è il centro del sistema circolatorio. Certo, ignoravano le funzioni dei reni, e mille altre cose, ma sapevano che dai vasi partivano sudore, urina, sperma e sangue. E c’è anche la prima descrizione conosciuta del diabete, chiamato “malattia della minzione eccessiva”.

E avevano intuito un'altra cosa sorprendente: che qualcosa, dentro, si può rompere anche nella mente. Nel papiro ci sono accenni sorprendenti alla depressione, alla demenza senile, a dolori dell’anima che non venivano scissi da quelli del corpo.

Il tutto ovviamente intriso di incanto, superstizione e magia, come se la malattia fosse un demone che si insinua nei fluidi vitali, che loro chiamano wekhedu (un concetto che somiglia tanto al Qi cinese), che scorrono invisibili nei canali del corpo. Una visione primitiva ma anche per certi versi poetica, e sicuramente molto umana. Un tentativo di dare ordine al caos del dolore.

Oggi quel papiro dorme tra gli scaffali della biblioteca universitaria di Lipsia. Nessuno più lo legge per curarsi, ma chi lo sfoglia sente ancora l'eco lontano di un'umanità che aveva ancora tutto da scoprire e cercava in modo ingenuo e coraggioso risposte che dessero un senso al tutto. Le soluzioni proposte magari oggi ci fanno sorridere, ma noi dopo 3500 anni quelle risposte mica le abbiamo trovate.


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