Ricordate il film “La pazza storia del mondo”? Lì appare la figura del “garçon pipì” (nell'originale “Jacques, le garçon de pisse”) che accompagna costantemente il re per assisterlo nelle sue necessità corporali.
Una trovata del geniale Mel Brooks? Macché, è il cinema che fa il verso alla vita, e mette in scena una pagina di storia poco conosciuta. Non siamo nella Francia prerivoluzionaria però, ma nell'Inghilterra del sedicesimo secolo. Dove la chiave più ambita del regno è quella che apre la porta... della latrina del re.
Il titolo è curioso, Groom of the Stool. Letteralmente, il valletto dello sgabello. Ma “stool” nella lingua dei Tudor è un eufemismo: indica il “close stool”, il sedile (imbottito e rivestito di pelle d’agnello, velluto nero e nastri) con vaso incorporato dove il sovrano espleta le sue funzioni corporali.
E quel servitore, sempre un gentiluomo di rango, ha il compito di portarlo, prepararlo, fornire acqua e asciugamani, annotare la dieta e riferire al medico di corte. Che poi sia chiamato anche a pulire materialmente il regio sedere è tema discusso dagli storici, ma l’intimità è tale da scavalcare ogni etichetta.
La carica esiste già con Enrico VII, ma con Enrico VIII diventa un passaporto per il potere. William Compton, il primo Groom of the stool del suo regno, è l’amico di gioventù che ha accesso a ogni confidenza del re, finché la “sweating sickness” (la misteriosa e letale epidemia che per quasi un secolo flagellò il nord Europa per poi sparire inspiegabilmente come era arrivata nel 1551) non lo porta via nel 1528.
Poi viene Sir Henry Norris, brillante e rispettato, che però resta coinvolto nell'affaire Anna Bolena e finisce sul patibolo nel 1536. Altri, come Thomas Heneage, riescono a navigare meglio tra le tempeste di corte. Ma il più emblematico è Sir Anthony Denny, ultimo Groom del vecchio Enrico.
Denny è talmente vicino al re da custodire il “dry stamp” (impronta meccanica della firma regia); a riprova del valore clientelare dell’accesso “di camera” riceve pensioni e doni da chi cerca favori e usa quel denaro per acquistare terre. Decide poi chi può entrare nella stanza del sovrano morente, ed è lui con voce bassa e ferma, ad annunciargli che la fine è vicina.
In cambio di questa vicinanza, i Grooms ricevono terre, pensioni e doni; e a volte gestiscono persino le finanze personali del monarca. Un incarico nato per assistere il re nelle necessità più umili che, paradossalmente, apre le porte alle stanze dove si decide il destino d’Inghilterra.
Del resto nella corte dei Tudor, anche la parola “throne”, trono, ha due significati: indica il trono reale, simbolo del potere e della sovranità, ma anche la toilette, il sedile imbottito con vaso incorporato usato dal sovrano e gestito dal Groom of the stool.
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