giovedì 14 agosto 2025

810 - IL SILENZIO DELLE LAVANDAIE


 

Questa non è una storia di sangue e uccisioni, ma di violenza sì. Vittime, molte migliaia di donne. Carnefici, quattro ordini religiosi e lo stato irlandese.

Oggi vi racconto delle Magdalene Laundries, veri cimiteri dell’anima dove per decenni si sono consumate vite intere in silenzio. Il nome evoca Maria Maddalena, ma di evangelico non c'è proprio nulla. Nate in Irlanda nel 1767 come rifugi per “fallen women” (donne cadute), si trasformeranno presto in prigioni religiose.

All'inizio ricevono solo prostitute, ma in breve “accolgono” madri non sposate, ragazze orfane o abusate, chiunque sia ritenuto a rischio per la morale. Basta una gravidanza fuori dal matrimonio, una reputazione offuscata, un carattere considerato ribelle.

All’ingresso nell'istituto di redenzione diventi una penitente, ti cambiano il nome, ti tagliano i capelli e perdi ogni diritto di esistere fuori da quelle mura. Inizia così una nuova vita, forse peggiore di quella spesso già brutta lasciata alle spalle: lavoro gratuito nelle lavanderie commerciali, turni estenuanti, disciplina dura, umiliazioni e punizioni, il tutto sotto la sorveglianza severa delle suore.

E lo Stato? Finge di non vedere, invia ragazze, stipula contratti per il bucato di ospedali e caserme, lascia che tante di loro restino lì fino alla morte. Perché per molte c'è una data di ingresso ma non quella di rilascio. Anche la polizia è coinvolta nel rintracciare e riportare indietro le fuggitive.

E cosa accade nel caso (neanche troppo raro) facciano dei figli? Una penitente incinta non resta in lavanderia: viene trasferita di nascosto in una “Mother and Baby Home” dove il parto avviene lontano da sguardi indiscreti. Il neonato resta con la madre per il tempo dell’allattamento, dopodiché la donna viene rispedita alla lavanderia, a completare la sua penitenza. E i bambini? Vengono dati in adozione senza il consenso delle madri. Qualcuno muore nei primi mesi di vita, per malnutrizione o malattie, e finisce in fosse comuni anonime.

Per oltre due secoli le cose vanno avanti così. Il velo cade solo nel 1993. Le suore di Nostra Signora della Carità, in difficoltà economiche dopo un crollo in borsa che ha cancellato i loro investimenti, vendono parte della proprietà di High Park. Sotto il terreno c’è un cimitero. Vengono alla luce 155 cadaveri. Tutte donne vissute e morte lì, sepolte senza certificati di morte, senza avvisare le famiglie, senza un nome inciso sulla pietra. Solo numeri, fosse comuni e silenzio.

L’ultima lavanderia chiuderà nel 1996. Dal 1922 al 1996 gli ingressi sono stati 10.012, ma i ricercatori lo ritengono sottostimato per lacune d’archivio. Nel 2013 il governo ammetterà il proprio coinvolgimento e il primo ministro Enda Kenny chiederà scusa. Scuse che non restituiranno un volto, un nome e una storia alle migliaia di donne cancellate in nome della morale.



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