mercoledì 1 ottobre 2025

836 - L'INCREDIBILE VIAGGIO DELLA SIGNORA BENZ


 

Un mattino d’agosto del 1888 una donna salì sulla strana carrozza a tre ruote costruita dal marito, caricò i due figli e senza chiedere il permesso a nessuno partì, destinazione futuro.

Bertha Benz ha 39 anni quando decide che è tempo di smettere con i tentennamenti e di far parlare i fatti: quell’aggeggio rumoroso non è un capriccio, ma una rivoluzione, e lo vuol dimostrare al mondo .

Senza dir nulla al marito Carl, alle prime luci dell'alba va in officina e sale sulla nuova carrozza a motore che lui ha costruito due anni prima, vi carica i figli Eugen e Richard e parte da Mannheim, in Germania, in direzione di Pforzheim, dove vive sua madre.

Sono quasi cento chilometri di strade sterrata, senza mappe, senza segnali, accompagnata dagli sguardi diffidenti dei passanti in un mondo che non sa ancora cos'è un’automobile.

Carl aveva brevettato il suo “Patent-Motorwagen” due anni prima, ma esitava a metterlo alla prova in pubblico, per prudenza e per paura del ridicolo. Bertha, con l’intuito delle donne che vedono più lontano, capisce che quella macchina deve dimostrare la sua utilità non davanti a ingegneri e investitori, ma lungo la strada, in mezzo alla gente.

Così inizia l'avventura; orientarsi non è facile, non c'è certo il navigatore satellitare, così segue quando possibile i binari ferroviari e il corso del Reno; il suo veicolo ha ruote di legno e un motore monocilindrico da 2,5 cavalli di potenza. Ogni buca un rischio, ogni salita un’impresa.

E le difficoltà non si fanno attendere. A Wiesloch scarseggia la ligroina (il solvente utilizzato come carburante) e lei si ferma in una farmacia e “fa il pieno”, creando così la prima stazione di servizio della storia. Sulle salite più ripide chiede aiuto ai contadini del posto che spingono la vettura insieme ai figli, e prende nota della necessità di rapporti di cambio adeguati.

Quando il carburatore si intasa, lo pulisce liberando il condotto con lo spillone del suo cappello; poco dopo un filo elettrico si scopre e rischia di mandare in corto circuito l’accensione, e lei ferma l'auto e, senza alcun attrezzo, improvvisa: prende una delle sue giarrettiere di tessuto elastico, la avvolge intorno al filo danneggiato e isolandolo con una sorta di guaina protettiva.

Più avanti a Bauschlott si accorge che l'uso dei freni in discesa li consuma rapidamente, allora si ferma da un calzolaio e fa rivestire il pattino di legno con strisce di cuoio, dando vita di fatto al prototipo delle moderne pastiglie.

Quando i tre arrivano esausti a Pforzheim, sono passate 12 ore; quello che hanno compiuto è il primo viaggio extraurbano della storia in automobile: 104 chilometri su stradette polverose.

E il marito? La attende a casa preoccupato; ma ha anche capito che senza quella prova di coraggio la sua invenzione sarebbe rimasta un capriccio da officina. Il colpo di teatro di Bertha l’ha trasformata in un mezzo per vivere e viaggiare.

Tutti i giornali ne parlano, e l’impresa convince investitori e clienti della solidità del progetto Benz. In seguito Carl dichiarerà: “senza quel viaggio la mia invenzione non avrebbe mai avuto successo”.

Oggi gli automobilisti del terzo millennio percorrono la Bertha Benz Memorial Route, un itinerario turistico di circa 194 km che segue il tragitto andata e ritorno da Mannheim a Pforzheim, creato per ricordare una donna intraprendente che con un pizzico di audacia, una giarrettiera e uno spillone mise in moto il futuro.


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