Sembra
impossibile ma...
Hans
Island, piccola isola nel mare Artico, è contesa fra Canada e
Danimarca: un'insolita disputa ad alta gradazione alcolica.
Ringrazio
l'amico Daniele Nigris per l'idea, e vi porto nel bel mezzo dello
stretto di Nares, fra l'estremo nord canadese e la Groenlandia. L'isolotto,
poco più di un chilometro quadrato, è disabitato e privo di alberi
e di terreni coltivabili; il paese più vicino è Alert, in Canada,
198 km a nord. La disputa nasce dal fatto che Hans Island è in mezzo
allo stretto di Nares, largo 22 miglia, che separa il Canada dalla
Groenlandia (territorio autonomo della Danimarca). Ora, per il
diritto internazionale ogni Paese può reclamare come suo ogni
territorio a 12 miglia dalla costa. Quindi tecnicamente l'isola si
trova sia in acque danesi che canadesi. La Danimarca rivendica il
territorio, che avrebbe scoperto nel 1852, mentre il Canada afferma
che non solo è geologicamente associato al suolo canadese ma a
scoprirlo fu nel XVI secolo Martin Frobisher, esploratore britannico.
L'isola fu attribuita nel 1933 ai danesi dalla Corte di giustizia
della Società delle Nazioni, sentenza di scarso peso dopo la fine
della stessa. Dimenticata per decenni, tornò a far discutere nel
1984, quando il ministro danese per la Groenlandia la visitò
piantando la bandiera nazionale e lasciando il messaggio "Benvenuti
sull'isola danese", oltre a una bottiglia di Akvavit, tipica
grappa scandinava. Da allora militari delle due nazioni sbarcano
periodicamente a Hans Island, cambiano la bandiera degli altri con
la propria, lasciano la scritta “Benvenuti in Danimarca” o “in
Canada” e una bottiglia di Akvavit danese o o di whisky Canadian
Club. Senso dell'umorismo e niente violenza, una risposta degna di
due Paesi di grande civiltà.
Ad
oggi il conflitto è irrisolto: esiste un piano per trasformare
l'isolotto in un territorio condiviso gestito congiuntamente dai
comuni canadesi e danesi confinanti. L'interesse è crescente visto
che col riscaldamento globale la navigabilità dello stretto si
allungherà da 20 a 150 giorni l'anno entro il 2080 con possibilità
di sfruttare i fondali del Mar di Labrador per la pesca e, pare,
anche per possibili giacimenti di idrocarburi. E se dalle parti
di Hans Island ci fosse davvero il petrolio, con ogni probabilità whisky e akvavit sarebbero messi da parte. E anche il fairplay .
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