Sembra
impossibile ma…
La
prossima generazione vedrà una flotta di microsonde volare fino ad
Alpha Centauri e tornare indietro con foto, filmati e informazioni di
ogni tipo sui pianeti (uno dei quali simile alla Terra) e gli altri
corpi astrali del lontanissimo sistema stellare.
Lo
dice Stephen Hawking, uno dei più importanti astrofisici e cosmologi
del mondo, il che significa che è scienza e non fantascienza.
Hawking ha presentato il programma Starshot della Breakthrough
Iniziatives.
Saranno
le “Starchips”, sonde grandi come un francobollo dotate di “vele
cosmiche”, a trasportare apparecchiature e sensori del peso di
pochi grammi per la raccolta e l’invio di informazioni. Le sonde
viaggeranno a 60.000 chilometri al secondo, un quinto della velocità
della luce. E potranno così superare distanze oggi proibitive. A
spingere le Starchips sarà un vento artificiale prodotto da una rete
di laser capace di generare 100 gigawatt di energia e “sparato”
dalla Terra sui microbersagli. Destinazione Alpha Centauri, il più
vicino fra i sistemi stellari: “soltanto” 4,3 anni luce, o se
preferite 40.000 miliardi di chilometri: oggi la sonda più veloce
impiegherebbe 30mila anni.
Alle
Starchips invece serviranno 20 anni per arrivare, poi dovremo
aspettarne solo altri 4 per il ritorno delle immagini alla velocità
della luce. Hawking non ha dubbi: se il progetto decolla (tradotto,
se ci saranno i soldi) i nostri figli vedranno la flotta di
microsonde veleggiare verso Alpha Centauri e realizzare quello che
Einstein un secolo fa considerava un sogno impossibile. “Potremmo
realizzarlo – scriveva – solo cavalcando un raggio di luce”.
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