mercoledì 1 aprile 2020

430 - IL FUTURO IN UNA BATTERIA




Sembra impossibile ma...
La batteria al litio, quella che dà vita ai nostri smartphone, l’ha inventata lui una quarantina d’anni fa. Ma evidentemente non era soddisfatto del risultato. Così John Goodenough (che tradotto suona “abbastanza buono”) ha progettato e realizzato una nuova batteria. Che promette di rivoluzionare il futuro dei consumi energetici.
Ah, un dettaglio: lo scienziato, americano di origine tedesca (è nato a Jena) nel solco della tradizione delle migliori teste pensanti del secolo scorso, ha vinto il premio Nobel 2019, e oggi ha 98 anni. Quello che lascia in eredità è il frutto degli studi dell’ultimo ventennio, avviati cioè dopo i 70 anni, un’età nella quale per molti c’è solo la pensione, e un mondo che ti fa sentire inutile e superato. Meditate!
Goodenough, a capo di un team di ricercatori dell’Università del Texas ad Austin, ha trovato il modo di eliminare i difetti delle batterie tradizionali. E lo ha fatto sostituendo il liquido in cui viaggiano gli ioni del litio con un solido, un vetro che impedisce il verificarsi dei frequenti cortocircuiti che si registrano sui modelli in commercio. Tanto basta a migliorare le prestazioni dell’accumulatore e a aumentare enormemente la quantità di energia che è possibile immagazzinare. Il che allunga di tre volte la durata della batteria. Gli ioni del litio poi sono stati sostituiti con quelli del sodio, che si ricava dalle acque marine. Una modifica che abbatte i costi di produzione.
In sintesi la nuova batteria offre una velocità di ricarica molto superiore (minuti, non ore), maggior sicurezza e una durata tre volte maggiore rispetto a quelle in vendita oggi. Il che spalanca nuovi scenari. Specie per le auto elettriche. La scarsa autonomia finora ha condizionato lo sviluppo del settore, la nuova batteria riduce i costi, aumenta l’autonomia e offre ai consumatori una vettura che consente di fare un viaggio senza le lunghe soste nella stazione di servizio in attesa che la macchina faccia il pieno. L’obiettivo è una batteria “sicura, low-cost, potente e con un lungo ciclo di vita per dare energia alle auto elettriche o per ricaricarsi con la forza del vento e del sole” scrivono i ricercatori dell’Università del Texas in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Energy & Environmental Science.
"Costi, sicurezza, energia, cicli di ricarica sono temi critici per le batterie delle auto green e per far sì che vengano maggiormente acquistate - afferma lo scienziato -. Crediamo che la nostra scoperta risolva molti dei problemi delle batterie di oggi". Una bella spinta al definitivo pensionamento dei carburanti inquinanti. Insomma, se la vecchia batteria al litio era “goodenough”, quella nuova è very, very good. Grazie di esistere, professore. E grazie per gli ultimi, preziosi 20 anni di lavoro. Segui il link per incontrare da vicino John Goodenough.




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