domenica 7 giugno 2020

540 - L'INVENTORE DELL'ISOLA DEI FAMOSI




Sembra impossibile ma…
Questa è una storia vera. La storia di un genio della truffa. Gregor MacGregor nasce a Edimburgo nel 1786. Figlio di un capitano di Marina, nel 1803 si arruola nella Royal Navy. Nel 1805 si sposa con Mary Bowater, che muore pochi mesi dopo. Lui lascia la Scozia e serve negli eserciti spagnolo e portoghese, quindi nel 1811 va in Venezuela e partecipa col grado di colonnello alla liberazione del Paese. Nel 1820 torna a Londra e si presenta all’alta società come Cacicco (sovrano) del Principato di Poyais, piccolo stato indipendente nella baia di Honduras: 32400 km² di terra fertile e incontaminata abitata da pochi coloni britannici e numerosi nativi, tutti di indole assai pacifica. Un paradiso in terra, da lui civilizzato e retto attraverso un governo democratico e un piccolo esercito. In breve MacGregor, personaggio pittoresco dai modi signorili e la parlantina sciolta, diventa il beniamino dei salotti inglesi, dove si presenta in alta uniforme con la seconda moglie, la creola Josefa, e racconta ammiratissimo le sue mirabolanti imprese.

Tutte false, così come una sua invenzione è lo stato di Poyais. Nasce così la prima, drammatica “Isola dei famosi”. MacGregor infatti dopo aver aperto una sorta di ambasciata di Poyais nell’Essex, dove vive nel lusso, “accetta” di portare sulla sua isola un certo numero di coloni e investitori, cui vende a prezzi stracciati i diritti su vasti appezzamenti di terreno. Nel 1822 pubblica anche una guida di Poyais, 350 pagine scritte da un fantomatico capitano Strangeways (!), che esalta i rapidi guadagni realizzabili sfruttando le eccezionali risorse del territorio, già dotato di infrastrutture e ricchissimo di miniere di oro e di argento. Inoltre, conclude il libro, sull’isola non esiste il pericolo di malattie tropicali. In breve imprenditori, banchieri, dottori, avvocati e ricchi commercianti fanno la fila per salire sulle prime due navi in partenza per i Caraibi. E quasi tutti cambiano ogni loro sterlina con dollari di Poyais, cartastraccia stampata da MacGregor.

Due navi con 240 aspiranti pionieri partono dai porti inglesi. All’arrivo, trovata a fatica una rada dove attraccare, scendono sull’isola. Che non è un paradiso, ma un inferno: non c’è alcuna colonia, solo le rovine di un insediamento del secolo precedente in mezzo a una giungla selvaggia, abitata da pochi nativi ostili e da un paio di eremiti americani. Abbandonati lì dalle due navi, i “naufraghi” guidati da Hector Hall, che avrebbe dovuto essere il governatore, costruiscono rudimentali rifugi. Sono disperati, litigano tra loro, in molti si rifiutano di cooperare, poi le malattie tropicali fanno le prime vittime. Solo tre mesi dopo la Mexigan Eagle, una nave di passaggio, li raccoglie per caso: all’arrivo nell’Honduras Britannico il governatore li informa che non esiste alcun luogo chiamato Poyais. Molti di loro, assai provati, moriranno in ospedale. Altri tornano a casa senza una sterlina. Su 240 coloni partiti, solo 60 sbarcheranno a Londra. Da dove partirà subito una flottiglia di vascelli per richiamare indietro cinque navi cariche di coloni dirette a Poyais e partite nel frattempo.

A Londra i giornali pubblicano la storia, ma nonostante tutto buona parte dei sopravvissuti si rifiuta di credere che dietro la truffa ci sia MacGregor, anzi lo difendono a spada tratta. Lui nel frattempo è partito per Parigi, dribblando ogni problema. E in Francia pochi mesi dopo ripropone la medesima truffa con tutta una serie di ingegnosi varianti: Poyais ad esempio diventa una Repubblica, di cui lui è Capo di Stato. Ha già rastrellato i soldi dei facoltosi clienti quando i funzionari francesi si accorgono delle numerose richieste di passaporto per una nazione di cui non hanno mai sentito parlare e requisiscono il vascello in partenza da Le Havre. Segue un processo in cui tutti i complici vengono condannati e incarcerati. MacGregor no, viene assolto e rilasciato. Torna in Inghilterra, dove le acque si sono calmate. E continua a vendere in varie città terreni Poyaisiani: non organizza più spedizioni, si limita a fuggire coi soldi in tasca. Nel 1839 si trasferisce in Venezuela dove chiede e ottiene una consistente pensione per i servigi prestati. Muore a Caracas nel 1845.

In fondo è la storia di un uomo sfortunato: fosse nato 150 anni dopo oggi sarebbe il premier perfetto, un grande Capo di Stato. Di qualunque Stato.



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