domenica 3 novembre 2019

109 - IL PAESE FATTO DI PANE




Sembra impossibile ma...
In Sicilia c'è un paese che una volta l'anno ricostruisce il centro storico con mura, archi, cupole e porte. Tutte fatte di pane.

Tra le più suggestive tradizioni che accompagnano i riti della Settimana Santa siciliana, c'è l'allestimento degli Archi di Pane a San Biagio Platani, borgo contadino dell’entroterra agrigentino. Nei secoli scorsi le città dell'isola per accogliere sovrani e nobiltà dopo importanti vittorie erigevano porte e archi di trionfo. San Biagio, paese piccolo (mille abitanti) e povero non poteva permettersi opere di marmo. Così nacque l'idea di usare canne, rami di salice e agave per le strutture portanti, il pane come cemento e tutto ciò che offre la natura (cereali, datteri, asparagi, alloro, rosmarino e ancora pane lavorato ad arte) come decorazioni. Quando poi, a inizio 700, la gente non fu più costretta a manifestazioni di benvenuto per le autorità, la tradizione rimase assumendo un significato religioso.

La preparazione inizia qualche mese prima, ogni anno viene cambiata l’estetica del corso; resta invariata invece la struttura architettonica, con l’entrata dall'arco che si apre sul viale principale che rappresenta la facciata di una chiesa, il viale la navata, e l’arco opposto all’entrata l’abside. Il paese è diviso in due confraternite, Madunnara e Signurara, l'obiettivo è inventare nuove decorazioni, originali ricche e fastose per accogliere il Cristo risorto e Maria. Ogni confraternita allestisce una metà del corso e i lavori, che impegnano tutto il paese, si concludono la notte del sabato santo. Gli Archi di Pasqua sono ufficialmente pronti la mattina di Pasqua. Portali, cupole e campanili resteranno esposti nelle settimane seguenti, poi i più belli saranno conservati al Museo degli Archi.

Qualcosa di simile succede nella lontana Mitchell, cittadina del South Dakota, dove ogni anno a fine agosto viene riedificato un grande edificio pubblico, il Corn Palace, e le architetture di altri edifici del centro. Solo che qui invece del pane usano il granturco.

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