Sembra
impossibile ma...
Uno
scienziato americano ha tentato per anni di ridare la vita a cadaveri
di uomini e di animali. E con due cani ci è anche riuscito.
Robert
E. Cornish nasce nel 1903. Bambino prodigio, completa il liceo a 15
anni, si laurea con lode alla California University a 18 e consegue
il dottorato a 22. Lavora a esperimenti di grande rilievo finché nel
1932 comincia ad essere ossessionato dall’idea di poter rianimare i
cadaveri. Inventa una sorta di letto rotante fissato su un fulcro su
cui legare il morto da riportare in vita. “Se il decesso è
avvenuto da poco e gli organi interni non sono danneggiati –
sostiene - facendolo muovere in su e in giù mi aspetto una
circolazione artificiale del sangue”. Cornish riesce a testare la
sua tavola su diversi corpi di defunti: nessuno torna in vita dopo
essere stato sbatacchiato a lungo, ma lui annota che dopo un’ora
passata a basculare il cadavere “il volto sembrava essersi
riscaldato improvvisamente, gli occhi erano tornati a brillare e si
potevano osservare deboli pulsazioni in prossimità della trachea”.
Ottenere
cadaveri non è facile, e nel 1934 lo scienziato decide di mettere a
punto il suo metodo sugli animali. Utilizza così 5 fox terrier; li
chiama Lazarus I, II, III, IV e V. Dopo averli uccisi per asfissia,
li sottopone alle sue tecniche di rianimazione: oltre al
basculamento, iniezioni di eparina (un anticoagulante) e adrenalina,
mentre Cornish aspira ossigeno da una cannuccia e lo soffia nella
bocca del cane morto. Dopo 3 insuccessi, l'incredibile avviene: Lazarus
IV e V riprendono conoscenza, tornano a respirare e a vivere, seppur
con irreparabili danni cerebrali: i cani sono ciechi e non riescono a
stare in piedi. Ma Cornish diventa famoso. Sulla vicenda Hollywood
gira il film “Life returns” dove lui compare nei panni di se
stesso mentre ridà vita a un cane. La fama di novello Frankenstein
non gli giova, gli animalisti protestano, l'università lo caccia.
Per 13 anni sparisce, si ritira a Berkeley, dove continua i suoi
esperimenti a casa. Nel 1947 convoca i giornalisti: sostiene di aver
perfezionato le tecniche e di poter resuscitare pubblicamente un
uomo. Un detenuto condannato a morte si offre volontario. Le autorità
della California però gli negano il permesso. Per Cornish è la
sconfitta finale; deluso, interrompe le ricerche. Negli anni
successivi, e fino alla sua morte nel 1963, vive vendendo un
preparato di sua invenzione: il “Dentifricio del Dottor Cornish”.
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