sabato 14 dicembre 2019

231 - IL DOTTOR FRANKENSTEIN E I SUOI CANI ZOMBIE




Sembra impossibile ma...
Uno scienziato americano ha tentato per anni di ridare la vita a cadaveri di uomini e di animali. E con due cani ci è anche riuscito.

Robert E. Cornish nasce nel 1903. Bambino prodigio, completa il liceo a 15 anni, si laurea con lode alla California University a 18 e consegue il dottorato a 22. Lavora a esperimenti di grande rilievo finché nel 1932 comincia ad essere ossessionato dall’idea di poter rianimare i cadaveri. Inventa una sorta di letto rotante fissato su un fulcro su cui legare il morto da riportare in vita. “Se il decesso è avvenuto da poco e gli organi interni non sono danneggiati – sostiene - facendolo muovere in su e in giù mi aspetto una circolazione artificiale del sangue”. Cornish riesce a testare la sua tavola su diversi corpi di defunti: nessuno torna in vita dopo essere stato sbatacchiato a lungo, ma lui annota che dopo un’ora passata a basculare il cadavere “il volto sembrava essersi riscaldato improvvisamente, gli occhi erano tornati a brillare e si potevano osservare deboli pulsazioni in prossimità della trachea”.

Ottenere cadaveri non è facile, e nel 1934 lo scienziato decide di mettere a punto il suo metodo sugli animali. Utilizza così 5 fox terrier; li chiama Lazarus I, II, III, IV e V. Dopo averli uccisi per asfissia, li sottopone alle sue tecniche di rianimazione: oltre al basculamento, iniezioni di eparina (un anticoagulante) e adrenalina, mentre Cornish aspira ossigeno da una cannuccia e lo soffia nella bocca del cane morto. Dopo 3 insuccessi, l'incredibile avviene: Lazarus IV e V riprendono conoscenza, tornano a respirare e a vivere, seppur con irreparabili danni cerebrali: i cani sono ciechi e non riescono a stare in piedi. Ma Cornish diventa famoso. Sulla vicenda Hollywood gira il film “Life returns” dove lui compare nei panni di se stesso mentre ridà vita a un cane. La fama di novello Frankenstein non gli giova, gli animalisti protestano, l'università lo caccia. Per 13 anni sparisce, si ritira a Berkeley, dove continua i suoi esperimenti a casa. Nel 1947 convoca i giornalisti: sostiene di aver perfezionato le tecniche e di poter resuscitare pubblicamente un uomo. Un detenuto condannato a morte si offre volontario. Le autorità della California però gli negano il permesso. Per Cornish è la sconfitta finale; deluso, interrompe le ricerche. Negli anni successivi, e fino alla sua morte nel 1963, vive vendendo un preparato di sua invenzione: il “Dentifricio del Dottor Cornish”.

 

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