lunedì 20 aprile 2020

465 - A BEAUTIFUL MIND




Sembra impossibile ma…
Questa è una storia vera. Che comincia a Borgata Norat, quattro case sulle colline di Cuneo. E’ il 13 ottobre 1867 quando nasce Giacomo Inaudi; la famiglia è poverissima, il tempo di imparare a camminare e il piccolo “Giacu” segue il padre sui pascoli alti. Il bimbo non va a scuola, ma a 6 anni guarda il gregge e inizia a combinare numeri nella mente. E’ un ragazzino strano, piccolo di statura (da adulto supererà di poco il metro e mezzo), una gran testa su un corpo tarchiato, carattere taciturno ma dolce e modesto.

Persa la madre, Giacomo va in Provenza col fratello, che suona la fisarmonica nelle piazze. Lui fa ballare una marmotta e raccoglie i soldi. E stupisce la gente risolvendo a mente complicati calcoli matematici. Garzone in un caffè di Marsiglia, fa a mente i conti dei clienti, anche lunghissimi. E non sbaglia mai. A 12 anni incontra Bénédit Jules Dombey che ne intuisce le enormi potenzialità. Diventerà il suo impresario (oltre che il suocero), l’uomo che lo farà conoscere prima alla comunità scientifica, poi al grande pubblico. All’Accademia di Francia lo affida al matematico Alfred Binet (con lui nella foto). Sarà Binet ad esplorare i confini di una memoria straordinaria e di una mente prodigiosa. All’Accademia delle Scienze gli danno lavagna e gesso, ma Giacomo li rifiuta: “Non so scrivere, vado a istinto, la mia lavagna è qui” dice toccandosi la fronte. Allora gli chiedono quanti minuti erano passati dalla nascita di Cristo. Pochi istanti, poi la risposta. Riscontrata esatta dopo lunghi e faticosi calcoli. Da lì inizia la parabola del “Prodigioso calcolatore umano”, le tournée nei circhi, la fama mondiale.

Le sue performance diventano leggendarie: Inaudi riesce in pochi istanti a fare calcoli con numeri di 20 cifre, indica il giorno della settimana di una qualsiasi data, estrae la radice cubica di numeri di 9 cifre o la radice quinta di numeri di 12, il tutto a mente e con cifre proposte dagli spettatori. Durante lo show tutte le cifre vengono scritte su una lavagna; alla fine lui le ripete tutte, una dopo l’altra (da 300 a 400) in un uragano di applausi. Inaudi si ritira dalle scene nel 1934. Morirà nel 1950 a Champigny, dimenticato da tutti.
 

 
 


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