Sembra
impossibile ma...
Questa
è una storia vera. Estate 1988, Rapallo. Christian Sommer, ventenne
studente tedesco di biologia marina, non è arrivato sulla riviera
ligure per farsi una vacanza, ma per studiare nel loro habitat
naturale gli idrozoi, minuscoli organismi con caratteristiche affini
alle meduse. Un'immersione dopo l'altra, raccoglie un certo numero di
Turritopsis dohrnii, piccole meduse del diametro di pochi millimetri,
e le porta nell'acquario dove si appoggia per i suoi studi,
con l'intenzione di osservarne il ciclo vitale. Insieme al biologo
genovese Giorgio Bavestrello, lascia le meduse in recipienti adeguati
e va a riposarsi. La mattina dopo i due tornano in laboratorio. E
hanno una grossa sorpresa: al posto delle meduse ci sono dei polipi.
Come dire che le Turritopsis erano regredite ad uno stadio precedente
del proprio sviluppo, o se preferite erano ringiovanite. Un po' come
se dopo aver lasciato un pollo, avessero trovato un uovo. Sulla
singolare scoperta inizia a lavorare un team di scienziati guidati da
Ferdinando Boero, professore dell'Università del Salento, che
nel 1996 pubblica uno studio intitolato “Invertendo il ciclo della
vita” nel
quale spiega come i Turritopsis riescano a “ritornare” polipi, e
come avendo la possibilità di replicare la trasformazione possano
scampare alla morte e acquisire così una sorta di immortalità.
Gli
esperimenti hanno mostrato che la “medusa immortale” è l'unico
essere vivente ad avere la capacità di invertire il processo di
invecchiamento; in ogni stadio della sua vita può ritrasformarsi in
polipo, ma solo in presenza di determinate condizioni: quando è
sottoposta a stress ambientale, o in caso di in pericolo, di sbalzi
improvvisi di temperatura, di riduzione di salinità o di danni
subiti alla “campana”. In questi casi si attiva un processo di
sviluppo cellulare chiamato transdifferenziazione, che in poche ore
la fa ringiovanire.
Teoricamente, questo processo può continuare all'infinito rendendo
la medusa immortale
Nella
pratica però in natura le Turritopsis muoiono a causa dei predatori
e di malattie e altre cause che non innescano il ringiovanimento. In
realtà però non si sa cosa le accade veramente perché è
praticamente impossibile studiarla nel suo ambiente naturale, e in
cattività non sopravvive facilmente. Al momento il professor Shin
Kubota della Kyoto University, è riuscito a mantenerne una viva per
oltre 20 anni. La potenziale immortalità biologica della Turritopsis
dohrnii ha sollevato grande interesse nel campo della farmaceutica e
della ricerca sull'invecchiamento; l'obiettivo è quello di scoprire
metodi per rinnovare i tessuti danneggiati o morti negli esseri
umani.
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