martedì 21 aprile 2020

470 - LA MEDUSA HIGHLANDER




Sembra impossibile ma...
Questa è una storia vera. Estate 1988, Rapallo. Christian Sommer, ventenne studente tedesco di biologia marina, non è arrivato sulla riviera ligure per farsi una vacanza, ma per studiare nel loro habitat naturale gli idrozoi, minuscoli organismi con caratteristiche affini alle meduse. Un'immersione dopo l'altra, raccoglie un certo numero di Turritopsis dohrnii, piccole meduse del diametro di pochi millimetri, e le porta nell'acquario dove si appoggia per i suoi studi, con l'intenzione di osservarne il ciclo vitale. Insieme al biologo genovese Giorgio Bavestrello, lascia le meduse in recipienti adeguati e va a riposarsi. La mattina dopo i due tornano in laboratorio. E hanno una grossa sorpresa: al posto delle meduse ci sono dei polipi. Come dire che le Turritopsis erano regredite ad uno stadio precedente del proprio sviluppo, o se preferite erano ringiovanite. Un po' come se dopo aver lasciato un pollo, avessero trovato un uovo. Sulla singolare scoperta inizia a lavorare un team di scienziati guidati da Ferdinando Boero, professore dell'Università del Salento, che nel 1996 pubblica uno studio intitolato “Invertendo il ciclo della vita” nel quale spiega come i Turritopsis riescano a “ritornare” polipi, e come avendo la possibilità di replicare la trasformazione possano scampare alla morte e acquisire così una sorta di immortalità.

Gli esperimenti hanno mostrato che la “medusa immortale” è l'unico essere vivente ad avere la capacità di invertire il processo di invecchiamento; in ogni stadio della sua vita può ritrasformarsi in polipo, ma solo in presenza di determinate condizioni: quando è sottoposta a stress ambientale, o in caso di in pericolo, di sbalzi improvvisi di temperatura, di riduzione di salinità o di danni subiti alla “campana”. In questi casi si attiva un processo di sviluppo cellulare chiamato transdifferenziazione, che in poche ore la fa ringiovanire. Teoricamente, questo processo può continuare all'infinito rendendo la medusa immortale

Nella pratica però in natura le Turritopsis muoiono a causa dei predatori e di malattie e altre cause che non innescano il ringiovanimento. In realtà però non si sa cosa le accade veramente perché è praticamente impossibile studiarla nel suo ambiente naturale, e in cattività non sopravvive facilmente. Al momento il professor Shin Kubota della Kyoto University, è riuscito a mantenerne una viva per oltre 20 anni. La potenziale immortalità biologica della Turritopsis dohrnii ha sollevato grande interesse nel campo della farmaceutica e della ricerca sull'invecchiamento; l'obiettivo è quello di scoprire metodi per rinnovare i tessuti danneggiati o morti negli esseri umani.


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