Sembra
impossibile ma…
Ci
sono personaggi storici che in punto di morte riescono a pronunciare
frasi destinate a diventare celebri, e a mantenere di fronte al
momento estremo un distacco e una lucidità straordinarie. Almeno, se
tutto ciò che raccontano i libri di storia corrisponde a verità,
visto che le fake news, seppure con nomi diversi, sono sempre
esistite. Detto questo, il Nobel per senso dell’umorismo e
ironia lo assegnerei a San Lorenzo. Ok, le fonti risalgono a 1700
anni fa, ma la principale è un altro santo, quell’Ambrogio oggi
così popolare in Padania: se si fanno le bucce a lui, perché dar
credito alle ultime parole di Socrate, Giulio Cesare o anche di Gesù?
Laurentius,
che poi diventerà San Lorenzo, nasce nel 225 a Osca (l’attuale
Huesca) in Spagna, ai piedi dei Pirenei. Compie gli studi umanistici
e teologici a Saragozza, allievo del futuro papa Sisto II. Fra
i due nasce un’amicizia, e pochi anni dopo lasciano insieme
Saragozza e si trasferiscono a Roma. Nel 257, il 30 agosto, Sisto
viene eletto Papa (o meglio, vescovo di Roma): un pessimo momento per
salire sul soglio pontificio, visto che negli stessi giorni
l’imperatore Valeriano riavvia le persecuzioni, e nell’agosto del
258 con un editto ordina che tutti i vescovi, i presbiteri e i
diaconi siano messi a morte. Sisto nomina 7 arcidiaconi. Uno di
questi è Lorenzo, cui affida la responsabilità delle attività
caritative, di cui beneficiano 1500 fra poveri e malati. II 6 agosto
del 258 il Papa viene giustiziato insieme a 4 dei suoi diaconi.
Il
10 agosto a Lorenzo viene intimato di consegnare tutti i beni mobili
della chiesa. E qui il primo colpo di coda: lui si presenta al
prefetto seguito da poveri, malati e storpi: “Ecco i nostri beni
mobili – dice - sono tesori eterni, e non diminuiscono mai, anzi
crescono». Il prefetto non la prende bene: anziché alla
decapitazione, che era già sicura, lo condanna ad essere arrostito
su una graticola ardente. Ed eccoci alle ultime parole: steso sulla
grata con le fiamme che gli mangiano le carni, Lorenzo si rivolge ai
suoi aguzzini e dice: “Assum est… versa et manduca”. Ovvero “Da
questa parte sono cotto, girami dall’altra e poi mangiami”.
Un'uscita di scena così, neanche i Monty Python! La palma dello
humour nero però spetta a chi nella Chiesa decide sulle categorie
che i santi dovranno proteggere: sapete di chi è patrono, fra
l'altro, San Lorenzo? Dei cuochi e dei rosticceri...
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