sabato 30 maggio 2020

512 - VOLO ALOHA AIRLINES 243




Sembra impossibile ma...
Questa è una storia vera. Ringrazio Linda Mazzola per la segnalazione, e vi porto con me sul volo Aloha Airlines 243.

Sono le 13.25 di giovedì 28 aprile 1988 quando il Boeing 737-200 decolla dall'aeroporto internazionale di Hilo, alle Hawaii. Dalla cabina di pilotaggio il comandante Robert Schornstheimer, un pilota esperto con quasi 7.000 ore di volo solo sui Boeing 737, comunica agli 89 passeggeri che l'atterraggio è previsto dopo circa un'ora all'aeroporto della capitale, Honolulu. A bordo ci sono altri 6 membri dell'equipaggio, che ha già completato tre voli andata e ritorno sulla breve tratta. In pochi minuti l'aereo raggiunto la normale quota di volo di 24.000 piedi (7.300 m). Alle 13.48 tutti a bordo avvertono un suono sibilante, poi tutto avviene in un attimo: il primo ufficiale fa in tempo a notare un pezzo che si stacca dal rivestimento dell'aereo poi la porta della cabina di pilotaggio si stacca. Il comandante si volta e non crede ai suoi occhi: “Dove prima c'era il soffitto della prima classe, si vedeva solo il blu del cielo”. La decompressione esplosiva ha strappato una grande sezione del tetto, tutta la metà superiore del rivestimento dell'aeromobile per una lunghezza di diversi metri non c'è più.

Schornstheimer non perde il sangue freddo: mentre i passeggeri terrorizzati si affrettano a indossare le cinture di sicurezza, prende i comandi che erano affidati al suo secondo e guida l'aereo verso l'aeroporto più vicino, sull'isola di Maui. Tredici minuti più tardi effettua un atterraggio di emergenza. I soccorritori increduli aiutano i passeggeri a scendere in tutta fretta dall'aereo “cabriolet”. Manca solo una persona: Clarabelle Lansing, assistente di volo di 58 anni. Alcuni passeggeri l'hanno vista risucchiare fuori dal velivolo attraverso l'apertura creatasi nella fusoliera mentre era in piedi vicino alla quinta fila di sedili; il suo corpo non sarà mai ritrovato. E' l'unica vittima: i feriti sono 65, otto dei quali con lesioni gravi.

Il rapporto di indagine del National Transportation Safety Board parlerà di manutenzione inefficiente, della presenza di fenomeni corrosivi sulla fusoliera causati dall'ambiente salmastro, e di deterioramento del collante epossidico che unisce i pannelli. Il tutto aggravato dal fatto che l'aereo effettuava sempre voli brevi, e atterraggi e decolli molto frequenti con continue compressioni e decompressioni, il che avrebbe indebolito la struttura. Dalle indagini poi emerge un'altra concausa, ufficialmente non ratificata. Ma per molti sarebbe stata determinante: è stato trovato del sangue all'esterno della fusoliera: sarebbe quello della hostess risucchiata all'esterno; la struttura è progettata con rinforzi che permettono ad una lamiera che si strappi di lasciare un buco massimo di 25 cm. quadrati, consentendo una decompressione controllata. Il corpo della hostess, incastrato nel buco, avrebbe prodotto un picco di pressione con quello che viene chiamato “colpo d'ariete”. Sarebbe stata questa combinazione di cause a creare l'incredibile squarcio di circa 6 metri.


Nessun commento:

Posta un commento

760 - DIETRO IL PADRINO

    Un'offerta che non si può rifiutare. A trovarsela davanti è stato Francis Ford Coppola al momento di iniziare a girare I...