Sembra
impossibile ma…
Nelle
colonie del nord America gli schiavi fino ai primi del settecento
erano reclutati con il metodo della servitù debitoria, con tanto di
contratto di lavoro valido sia per i bianchi che per i neri.
Anno
1654. La manodopera nelle colonie britanniche del nuovo mondo è
composta in gran parte da “schiavi vincolati”, detti anche
“servitori in debito”. Sono quasi tutti giovani emigranti che per
fuggire dalla miseria si pagano il viaggio dall’Europa alle
Americhe lavorando fino all’estinzione del debito. Al termine del
periodo previsto nel contratto, nel quale non vengono pagati e sono
soggetti all’autorità del padrone, sono liberi e possono
realizzare il loro sogno come residenti permanenti nel nuovo mondo.
Si stima che oltre metà dei bianchi immigrati nelle colonie inglesi
siano stati servitori in debito. Il passaggio allo schiavismo
"proprietario" (dove lo schiavo e la sua discendenza sono
un bene del padrone senza limiti di tempo) si consumerà nel giro di
pochi anni.
Il
primo carico (non richiesto) di 30 schiavi neri da utilizzare come
forza lavoro coatta sbarca in Virginia nel 1619, e si unisce al
migliaio di schiavi vincolati già presenti. In breve i proprietari
terrieri si rendono conto che la servitù debitoria è poco
vantaggiosa, con il contratto che scade quando i lavoratori ormai
esperti sono al top. Torniamo al 1654, data non casuale: è in
quest’anno infatti che John Casor, africano, diventò il primo vero
schiavo legale nelle colonie. In tribunale a Northampton dichiara di
avere lo status di servitore in debito e chiede di essere trattato
come tale. I giudici bocciano la richiesta e lo dichiarano proprietà
privata a vita di Anthony Johnson, nativo dell’Angola, ex servo
liberato alla scadenza del contratto.
Nel
1662 la Virginia vota una legge che prevede che chi nasce da madre
schiava eredita la stessa condizione, a prescindere da chi sia il
padre. Liberando così i bianchi che hanno avuto un figlio con una
schiava da qualunque dovere. Infine nel 1705 viene varato il Codice
degli schiavi, che indica come tali tutte le persone importate da
paesi non cristiani, inclusi i nativi americani. E’ fatta: lo
schiavismo è diventato di tipo proprietario e razziale. Sarà così
fino al 1865 e per cambiare le cose servirà una guerra civile.
Negli
Stati Uniti alla vigilia della guerra, nel 1860, gli schiavi
legalmente riconosciuti erano 4 milioni. In 300 anni fino al
diciannovesimo secolo gli africani deportati nelle Americhe sono
stati oltre 12 milioni.
Quelli raffigurati nella foto sono "burlak" russi che venivano utilizzati per rimorchiare le imbarcazioni sui fiumi. Questo metodo venne abolito nel 1929.
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