Sembra
impossibile ma...
La
prima donna medico di una certa fama fu la salernitana Trotula de
Ruggiero. Cancellata per secoli dalla storia e relegata nella
leggenda, troverà il suo posto nei libri di storia della medicina
solo negli ultimi decenni, e non senza voci discordi. Ringrazio Giusi
Voza per la segnalazione, e vi porto nella Salerno dell'XI secolo.
Dove
intorno al 1050 opera la giovane Trotula, della nobile famiglia
normanna De Ruggiero, famosa per aver donato a Roberto il Guiscardo i
fondi per costruire il Duomo. Cosa che, oltre al far parte della
nobiltà cittadina, le spiana la strada per intraprendere studi
superiori di medicina. Non si tratta però di un caso unico, perché
il signore della città è l'ultimo principe longobardo Gisulfo II, e
la prestigiosa Scuola Medica di Salerno, centro di cultura non controllato
dalla Chiesa, è espressione delle tradizioni longobarde che vedono
la donna condividere con l'uomo responsabilità politiche, religiose
e militari. La
Scuola medica dunque non preclude alle donne né l'accesso né la
possibilità di divenire Magistra. Così Trotula è la più nota tra
le mulieres Salernitanae, la cerchia di studiose che esercita la
pratica medica, insegna e produce libri: di molti ci è pervenuto
solo il nome, di alcuni anche il testo. Tra le “dottoresse” di
cui ci è giunta notizia Sichelgaita (seconda moglie di Roberto il
Guiscardo), Rebecca Guarna, Costanza Calenda, Mercuriade, Abella
Salernitana.
Tornando
a Trotula, la medicina è un vizio di famiglia: medico è il marito
Giovanni Plateario, così come i due figli, Giovanni il giovane e
Matteo, ricordati tutti come i Magistri Platearii. La donna, ritenuta
un luminare in ginecologia ed ostetricia, studia metodi per rendere
il parto meno doloroso e per il controllo delle nascite, e rimedi per
l'infertilità (la prima a ricercarne le cause anche negli uomini, il
che per l'epoca è un'eresia). A lei sono attribuiti il trattato “De
passionibus mulierum ante in et post partum”, oltre 60 capitoli con
consigli per tutte le età delle donne, e il “De Ornatu Mulierum”,
che rivela i segreti di pozioni e decotti per la bellezza e l'igiene
femminile, con l’analisi e il trattamento di 96 piante per ottenere
63 ricette per rimedi cosmetici e medicinali. Fra questi, l'antenato
del detergente intimo antibatterico con petali di rosa e lavande con
bicarbonato. I suoi obiettivi dichiarati sono migliorare gli standard
di vita femminili e promuovere la cura dell’igiene. I suoi
insegnamenti nella Scuola Medica infine sono inclusi nel “De
agritudinum curatione” che raccoglie le lezioni dei 7 Maestri più
illustri.
Dopo
la sua morte le cose cambiano, l'affermarsi di una visione più
maschilista anche in culture di tradizione aperta porta a rileggere
il ruolo della donna. Dalla storia della medicina scompare o viene
relegata a ruoli marginali, la figura di Trotula sfuma lentamente
nella leggenda; e gli studiosi ne mettono in dubbio la storicità,
fino a negare la paternità dei suoi libri, e ad attribuirli ad altri
autori.
Solo
a fine Ottocento la sua esistenza viene di nuovo riconosciuta; del
resto i riferimenti storici e le citazioni di Trotula sono numerosi,
dal “Dit de l'Herberie” del poeta satirico Rutebeuf ai "Racconti
di Canterbury" di Chaucer, fino alla Historia Ecclesiastica di
Orderico Vitale che accenna alla “coltissima matrona” che nel
1059 a Salerno dialogò col più famoso medico normanno dell'epoca,
Rodolfo Malacorona, unica studiosa a possedere una cultura tale da
poter discutere di medicina da pari a pari con lui.
Guarda
nei video la storia di Trotula raccontata dall'autrice di uno dei
libri scritti su di lei, e una lezione sulla dottoressa salernitana
tenuta al festival del Medioevo.
Mi piace questo post e la ricerca sulla Dottoressa Trotulasulla cui esistenza non avevo alcuna conoscenza:la scuola salertinata c'era già con tutta la sua importanza,ma di solito delle donne,non solo nella medicina,se ne parla sempre poco.E nei secoli passati ancora di meno perchè solo a parlarne si correva il rischio di portarle all'attenzione dell'inquisizione o di chiunque altro avesse potere di vita e di morte su di esse.Spesso considetare eretiche,o peggio,streghe erano destinate ad una dolorosa fine.Ho letto l'interessante storia di un'altra medichessa,la catanese Virdimura-1380-Ebrea,curava tutti senza distinzione di appartenenza religiosa
RispondiEliminae, gratuitamente,chi non era in grado di pagare.Ginecologa ed Ostetrica ( da Ammagatrici-di Marinlla Fiume)-Seguirò il suo blog perchè lo trovo dinteressante.