domenica 6 luglio 2025

782 - L'IMPRONTA SUL MARE

 


C’è un fazzoletto di terra nell'Adriatico che porta inciso il segno dell’uomo come un palmo segnato dalla vita dura.

Si chiama Baljenac, ed è uno di quei luoghi che si raccontano meglio con le immagini che con le parole. E dall’alto, quell’isola di appena 0,14 chilometri quadrati è un’impronta digitale incisa nel mare.

Siamo a una decina di chilometri dalla costa di Sebenico, nella Croazia centrale. Il mare qui è punteggiato da oltre mille isole, ma questa non è solo un’isola: è un disegno umano. Un mosaico. Un labirinto.

Sulla sua superficie minuscola si snodano 23 chilometri di muri a secco. Non strade, non sentieri: muri. Costruiti sovrapponendo pietre, senza calce né legante, come si è fatto per secoli nel Mediterraneo.

La storia – quella certa, documentata – ci dice che furono i contadini dell’isola vicina di Kaprije, nel XIX secolo, a colonizzare Baljenac per coltivarci ulivi e viti. Per proteggerli dal vento, per delimitare ogni fazzoletto di terra, tirarono su pietra dopo pietra, senza immaginare di creare un’opera che oggi i droni fotografano con stupore. Ma alcuni muretti, più antichi, lasciano pensare che mani ignote abbiano iniziato prima.

L'isola di Baljenac è quella con la maggiore concentrazione, ma queste reti di muri si trovano anche in alcune isole vicine. Si stima che 300 contadini abbiano costruito 106 km di muri su una superficie di 12 km² in tutto l'arcipelago circostante. La testimonianza muta di come, a volte, l’uomo non distrugge, ma disegna, e lascia la sua impronta di pace e di lavoro.


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