Nel 1724, Maggie Dickson fu impiccata nella pubblica piazza e data per morta. Ma poco dopo, il coperchio della bara cominciò a muoversi... Questa non è una leggenda: è la vera storia della donna che vinse la morte e costrinse la giustizia a fermarsi.
Margaret “Maggie” Dickson nasce intorno al 1702 a Musselburgh, cittadina di pesca vicino a Edimburgo. Giovanissima sposa un pescatore, ma ben presto lui scompare — probabilmente arruolato forzatamente nella Royal Navy — lasciandola sola e con due bambini da mantenere.
Nel 1723 trova lavoro come domestica in una locanda a Kelso, dove avvia una relazione col figlio del padrone e, pochi mesi dopo, rimane incinta. Lei tiene segreta la gravidanza e partorisce prematuramente. Il bambino nasce morto, o forse muore poco dopo, e Maggie abbandona il corpicino sulla sponda del fiume Tweed.
Qualcuno la vede e la denuncia. L'arrestano con l' accusa di aver causato la morte del figlio o quantomeno di aver tentato di occultarne il cadavere. La perizia porta alla condanna a morte per infanticidio pubblico.
Il 2 settembre 1724 Maggie viene impiccata nella Grassmarket di Edimburgo, alla presenza, com'è d'uso, di migliaia di spettatori.
Narra la leggenda che i parenti di Maggie sotto il patibolo litighino con gli studenti di medicina che reclamano il suo giovane corpo dopo la morte per fare i loro esperimenti (la facoltà di Medicina a Edimburgo sarà istituita solo due anni dopo, ma il mercato dei cadaveri era una realtà consolidata).
Fatto sta che, se lite c'è stata, devono averla avuta vinta i parenti, perché Maggie, staccata dal capestro dopo aver penzolato a lungo, viene dichiarata morta da un medico, e il suo corpo viene messo in una bara di legno per esser riportato a Musselburgh per la sepoltura.
A metà del tragitto, presso Duddingston, i necrofori decidono di fare una sosta per bere una birra alla Sheep Heid Inn, ma quando scendono dal carro sentono dei rumori uscire dalla bara. Il coperchio comincia a muoversi e loro, spaventati, lo scostano con cautela.
E scoprono che Maggie è viva: muove le mani, respira, e dopo un’ora esce dalla bara. Di fronte a un nutrito gruppo di astanti che la seguono a bocca aperta si rimette lentamente in piedi, prova a camminare e dopo qualche passo saluta e si avvia per tornare a casa.
Già, perché secondo la legge scozzese dell’epoca, avendo già “scontato” la condanna con l’impiccagione, questa non può essere nuovamente eseguita: il reato cessa con l’applicazione della pena. Solo in seguito si stabilirà di aggiungere alle sentenze la formula “until dead”, fino a che morte non sopraggiunga, per evitare futuri casi simili.
Il giorno dopo, della resurrezione della Dickson parla tutta la Scozia, e lei diventa “Half Hangit Maggie”. Vivrà serenamente altri circa 40 anni, si sposerà di nuovo e avrà numerosi figli.
Oggi, nella Grassmarket di Edimburgo, si può bere una birra al “Maggie Dickson’s Pub”, col luogo esatto dove avvenne l’esecuzione segnalato da una targa e dall’ombra del patibolo disegnata sul pavimento.